Origine del nome. Può derivare da "fundus Marostus", nel senso di possesso, fondo di Marosto; oppure da "lama rostica", in cui "rostica" significa terreno che da poco si è iniziato a coltivare; oppure anche dall'aggettivo "amarostico", con senso di alquanto amaro, forse alludendo al sapore di qualche sorgente; oppure ancora da "Marii ostium", cioè campo, stazione di Caio Mario; infine può derivare anche dal celtico "mar", sopra, e "hasticum", accampamento, con il significato di sopra l'accampamento.
Nel territorio furono rinvenuti frammenti di ceramica paleoveneta e due lapidi di epoca romana. Citata per la prima volta in un documento del 753, fu munita di castello fin da tempi remoti. Secondo alcuni storici fu data in feudo dai vescovi di Vicenza a Ezzelino il Balbo prima del 1140; in seguito però pare che questi la perdesse. Nel 1194, infatti, Ezzelino il Monaco, cacciato da Vicenza, "riprese" Marostica, ma per sostenere la guerra contro Vicenza, chiese aiuto ai Carraresi di Padova e in cambio concesse loro prebende su di essa. Nel 1218 il paese fu consegnato ai vicentini da Ezzelino il Monaco dietro pagamento di 40.000 lire veronesi. Nel 1235, però, Ezzelino III la riprese con la forza e la tenne fino alla morte (1259). Nel 1266 tutto il Vicentino cadde sotto la signoria carrarese, alla quale subentrò, nel 1311, quella scaligera. I padovani non si rassegnarono facilmente alla sconfitta: negli anni che seguirono scesero in campo "ed anche Marostica ebbe ad esperimentare più volte il furor degli eserciti". Rimasti possessori di Marostica, gli Scaligeri posero particolare cura nelle sue fortificazioni. Nel 1386 essi pure però caddero, per mano di Gian Galeazzo Visconti. Nel 1404 Vicenza si diede a Venezia ponendo fine all'alternarsi di signorie. Marostica ebbe un trattamento di favore da parte della Serenissima; come per la sola Lonigo, infatti, in essa risiedette un Podestà indipendente da Vicenza e dipendente direttamente da Venezia. Di tutto il Vicentino, solo Bassano ebbe un trattamento ancora più privilegiato: non aveva Podestà, ma era governata direttamente dalla Serenissima. Nel 1509, durante la guerra della lega di Cambrai, Marostica fu occupata dai tedeschi, ma per soli pochi mesi; nel 1513, tuttavia, fu rioccupata e questa volta messa a ferro e fuoco.
Nel 1685 il doge Corner la dichiarò città.
Ha dato i natali a Geraldo Pomadello (secolo XII), giurista e vescovo di Padova; al giureconsulto Michele Reprandi (secolo XIV); ad Angelo Matteazzi (1535-1600), pure lui giureconsulto e docente all'Università di Padova come il Reprandi; al medico e botanico Prospero Alpino (1553-1616); al grammatico, teologo e storico Natale Dalle Laste (1707-1792).
Museo, la partita a scacchi
Si svolge la seconda domenica di settembre, negli anni pari, sulla bella piazza Castello. La vicenda, solo in parte leggendaria, narra la storia di Rinaldo d'Angarano e Vieri da Vallonara che si innamorarono contemporaneamente di Lionora, figlia di Taddeo Parisio, castellano di Marostica e umanista. Questi vietò ai giovani il duello e impose in sua vece una partita a scacchi, gioco nel quale essi erano bravissimi. Dispose inoltre che lo sconfitto avrebbe avuto in sposa sua sorella Oldrada. Così avvenne, con generale soddisfazione.
Nel territorio furono rinvenuti frammenti di ceramica paleoveneta e due lapidi di epoca romana. Citata per la prima volta in un documento del 753, fu munita di castello fin da tempi remoti. Secondo alcuni storici fu data in feudo dai vescovi di Vicenza a Ezzelino il Balbo prima del 1140; in seguito però pare che questi la perdesse. Nel 1194, infatti, Ezzelino il Monaco, cacciato da Vicenza, "riprese" Marostica, ma per sostenere la guerra contro Vicenza, chiese aiuto ai Carraresi di Padova e in cambio concesse loro prebende su di essa. Nel 1218 il paese fu consegnato ai vicentini da Ezzelino il Monaco dietro pagamento di 40.000 lire veronesi. Nel 1235, però, Ezzelino III la riprese con la forza e la tenne fino alla morte (1259). Nel 1266 tutto il Vicentino cadde sotto la signoria carrarese, alla quale subentrò, nel 1311, quella scaligera. I padovani non si rassegnarono facilmente alla sconfitta: negli anni che seguirono scesero in campo "ed anche Marostica ebbe ad esperimentare più volte il furor degli eserciti". Rimasti possessori di Marostica, gli Scaligeri posero particolare cura nelle sue fortificazioni. Nel 1386 essi pure però caddero, per mano di Gian Galeazzo Visconti. Nel 1404 Vicenza si diede a Venezia ponendo fine all'alternarsi di signorie. Marostica ebbe un trattamento di favore da parte della Serenissima; come per la sola Lonigo, infatti, in essa risiedette un Podestà indipendente da Vicenza e dipendente direttamente da Venezia. Di tutto il Vicentino, solo Bassano ebbe un trattamento ancora più privilegiato: non aveva Podestà, ma era governata direttamente dalla Serenissima. Nel 1509, durante la guerra della lega di Cambrai, Marostica fu occupata dai tedeschi, ma per soli pochi mesi; nel 1513, tuttavia, fu rioccupata e questa volta messa a ferro e fuoco.
Nel 1685 il doge Corner la dichiarò città.
Ha dato i natali a Geraldo Pomadello (secolo XII), giurista e vescovo di Padova; al giureconsulto Michele Reprandi (secolo XIV); ad Angelo Matteazzi (1535-1600), pure lui giureconsulto e docente all'Università di Padova come il Reprandi; al medico e botanico Prospero Alpino (1553-1616); al grammatico, teologo e storico Natale Dalle Laste (1707-1792).
Museo, la partita a scacchi
Si svolge la seconda domenica di settembre, negli anni pari, sulla bella piazza Castello. La vicenda, solo in parte leggendaria, narra la storia di Rinaldo d'Angarano e Vieri da Vallonara che si innamorarono contemporaneamente di Lionora, figlia di Taddeo Parisio, castellano di Marostica e umanista. Questi vietò ai giovani il duello e impose in sua vece una partita a scacchi, gioco nel quale essi erano bravissimi. Dispose inoltre che lo sconfitto avrebbe avuto in sposa sua sorella Oldrada. Così avvenne, con generale soddisfazione.
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